EDITORIALE: QUANDO LA LIBERTA’ D’ESPRESSIONE (ART.21) INNERVOSISCE LA POLITICA
L’EDITORIALE di Giuseppe Trinchini
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EDITORIALE: QUANDO LA LIBERTA’ D’ESPRESSIONE (ART.21) INNERVOSISCE LA POLITICA
L’articolo 21 della Costituzione italiana ci ricorda che con qualsiasi mezzo di diffusione, compresi quindi i social, tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero.
Anche i piombinesi che, per troppi anni, hanno subito silenziosamente innumerevoli “narrazioni”: promesse siderurgiche (“torneremo a colare acciaio”, “faremo il forno elettrico”), infrastrutturali (la SS398, la “Fiorentina-Salivoli”, la portualità) e ambientali (“Città futura”, la demolizione dell’area a caldo, l’avvio delle bonifiche e la chiusura della discarica).
Buona parte di queste “narrazioni” sono terminate il 14 gennaio 2016 quando su Facebook è nato “Super Partes”, in quanto lì gli iscritti al gruppo da allora possono finalmente evidenziare liberamente, nel pieno rispetto dell’articolo 21 della nostra Costituzione, le criticità presenti in Val di Cornia e Toscana.
Definire le critiche dei cittadini elettori “Delirio social” è quindi molto grave. Si può non condividere il pensiero altrui, ma, specie se si fa della politica una lunga (e ben pagata) professione da oltre venti anni, si deve anche mettere in dovuto conto la critica di cittadini scontenti delle potenziali promesse elettorali mancate, o del crescente dissenso per una condizione ambientale che ha portato Piombino ad essere definita sulla stampa la “Città dei rifiuti”.
Se quindi è stato da me querelato per diffamazione il Signor Anselmi Gianni, sia a titolo personale che in qualità di amministratore del gruppo social “Super Partes”, questo è conseguente al fatto che sono state ritenute irricevibili, specie se fatte da un Consigliere regionale in carica, le affermazioni da lui scritte in data 25 luglio 2019 (con le amministrative a Piombino che erano già terminate da circa due mesi):
«Ho visto quella fogna putrescente ad alta densità di frustrati e falliti denominata Super Partes stamani se la prende con me. I piombinesi seri, e non solo i piombinesi, dovranno scegliere fra ciò che rappresento e quella feccia. E cioè fra l’onestà e la menzogna, la serietà e la rozza cialtroneria, la trasparenza di una vita e la viltà. Fra la verità e la calunnia. Avanti fenomeni, sono qui con la mia storia».
Questo in quanto mio preciso dovere tutelare sia la mia dignità personale, sia quella dei circa seimila concittadini iscritti al gruppo Facebook da me fondato e amministrato.
Vorrei anche evidenziare con l’occasione che è stato un Pubblico Ministero che ha ritenuto la condotta posta in essere in questa occasione, da un rappresentante delle istituzioni quale il Consigliere regionale Anselmi, meritevole di un processo dinanzi al Tribunale competente.
Concludo con due domande. Perché il Tirreno, a differenza di altre testate, dà notizia del rinvio a giudizio solo oggi e non all’inizio di settembre visto che l’atto era già di dominio pubblico? Il voto per le regionali in Toscana, avvenuto pochi giorni dopo, avrà avuto, o meno, qualche attinenza con la mancata pubblicazione?
Fiduciosi nella giustizia, attendiamo quindi con serenità il giudizio del Tribunale il 9 giugno prossimo.
In qualità di amministratore del gruppo social “Super Partes”
dott. Giuseppe Trinchini