ASCOLTA PIOMBINO: SERVONO RISPOSTE PER LA FABBRICA ED IL TERRITORIO
Piombino (LI) – A Riccardo Gelichi di Ascolta Piombino non sono bastate le recenti dichiarazioni del sindaco Ferrari che ha anticipato alcuni contenuti del piano Jsw. Pubblichiamo integralmente.
“Il comunicato del sindaco che parla del piano industriale di Jsw è semplicemente sconcertante. Intanto parla di un piano industriale che si presume abbia visto solo lui, si ha la sensazione di una prima giornalistica di un opinionista, più che a considerazioni tecniche e politiche”.
“Altra cosa poco convincente – ha aggiunto Gelichi – è che all’ormai auspicabile intervento statale, non ci sia più una strategia congiunta Comune e sindacati, stiamo parlando delle persone del nostro territorio. Altro aspetto che non convince per niente è questo sbandierato Patto per Piombino, di cui non si conosce nulla se non alcune declamazioni di principio, che se pur condivisibili, non hanno riscontri oggettivi e neppure un progetto di fattibilità; insomma ci sembra poco utile parlare di verdi praterie senza dire come ci si arriva”.
“Un dialogo con Jindal sarebbe stato utile da subito, – ha proseguito Gelichi – ma non ci risulta abbia mai avuto una continuità, si è preferita la strada delle prese di posizione, delle opinioni, invece c’era un gran bisogno di costruire un rapporto e finalità comuni, proprio se si volesse andare verso una progressiva rigenerazione urbana. Vogliamo ricordare che a poche centinaia di metri da viale della Resistenza si fanno ancora le rotaie, la fabbrica è stretta e lunga, non è possibile alcun progetto di aree verdi, musei del ferro e via dicendo senza passare da un serio confronto con l’azienda; per non parlare delle concessioni demaniali, in una fase strategica di rivisitazione dei piani urbanistici generali”.
“Sono preparati gli operai di piombino? Se no, come pensiamo di formarli? L’unico capannone demolito recentemente – conclude Gelichi – ci risulta eseguito da una ditta esterna e smaltito altrove. Non esiste un piano per le bonifiche, non esiste un piano di economia circolare e che fine hanno fatto gli Accordi di Programma? Se non sono più adeguati, chi lavora e come per attualizzarli? Non si possono liquidare questi enormi temi con i comunicati stampa, non quando si governa un territorio”.