il nuovo progetto presentato nell’AIA Rimateria
Piombino (LI) – Versare l’aumento di capitale di 2,5 milioni di euro entro trenta giorni dall’omologa e finanziare Rimateria sino alla concorrenza di 3,9 milioni di euro, secondo le esigenze di cassa della società e nella misura in cui dovesse risultare necessario. E’ questo l’impegno preso dai soci Navarra e Iren Ambiente nel piano di concordato in continuità di Rimateria presentato al tribunale dall’azienda. Capitali indispensabili, che servono a scongiurare la messa in liquidazione di Rimateria e ciò che ne conseguirebbe.
La nuova liquidità servirà a pagare gli adeguamenti impiantistici per la messa a norma della discarica, mentre i flussi di cassa generati dai conferimenti dei rifiuti nel Cono rovescio permetteranno quindi di rientrare dai debiti e far fronte alla gestione corrente. Alla fine dell’anno ci potrebbero quindi anche essere le condizioni per il venir meno della sospensione dell’AIA (autorizzazione integrata ambientale) disposta dagli uffici regionali per il rialzo del Cono rovescio e la riprofilatura e rialzo della discarica ex Lucchini presentata dall’azienda e “bocciata” per la seconda volta il 16 marzo scorso.
Cosa ha invogliato i soci privati ad apportare nuovo capitale? Quali accordi sono stati fatti, per tenere nsieme bonifiche, affari e occupazione tra l’azienda, la Regione Toscana e Comune di Piombino?
Riportiamo a seguire due comunicati stampa del Comitato Salute e de “La Piazza” e in fondo, per completamento d’informazione, l’intervista rilasciata a “Il Tirreno” il 20 marzo scorso dal Presidente di Rimateria Pellati.
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Al Sindaco di Piombino Avv. Francesco Ferrari, Al Ministro dell’Ambiente Del Territorio e del mare Prof. Roberto Cingolani
All’Assessore regionale all’ambiente Monia Monni , Al responsabile di Arpat Piombino Dott. Giancarlo Sbrilli, Al responsabile Asl Nord Ovest Dott. Alessandro Barbieri
Oggetto: Presidente di RiMateria Francesco Pellati , dichiarazioni rilasciate a Il Tirreno
Abbiamo letto e riletto l’articolo pubblicato su Il Tirreno edizione del 20 marzo 2021, circa il via libera , da parte del Tribunale fallimentare di Livorno, al piano per il concordato, richiesto un anno fa, da RiMateria , azienda che gestisce la discarica di Ischia di Crociano a Piombino.
Siamo rimasti allibiti a seguito delle dichiarazioni, che riportiamo, rilasciate dal Presidente di RiMateria Francesco Pellati. Sembra quasi che, la sensibilità del Pellati nei confronti dell’ambiente, sia rimasta ferma a cinquant’anni fa, sembra quasi che non si renda conto che esistono precise normative in campo nazionale ed europeo che disciplinano la materia. Il Sig. Pellati dichiara: “Insomma , se non abbiamo il buco dove conferire qualsivoglia tipo di rifiuto la società ha esaurito l’oggetto sociale e chiude.” Poi prosegue :” I lavori di risanamento del sito procedono e valgono quasi 10 milioni di euro. Interventi che non erano mai avvenuti in precedenza. Se non avessimo quella rogna chiuderemmo dei bilanci formidabili.”
Ci rivolgiamo alle Amministrazioni locali, regionali e nazionali per evidenziare un atteggiamento irrispettoso nei confronti del Sindaco che governa il territorio di Piombino quando la discarica di Ischia di Crociano viene definita un buco da riempire con rifiuti di qualsivoglia natura.
Irrispettoso nei confronti dei cittadini di Piombino che devono convivere con una discarica, alle porte della città, di circa 2 milioni di metri cubi di rifiuti speciali, non a norma nonostante le continue prescrizioni definite, sempre dal Pellati, una rogna.
Irrispettoso verso i procedimenti normativi e autorizzativi della regione Toscana e delle prescrizione imposte in sede di VIA.
Irrispettoso verso le norme nazionali ed europee vigenti, norme sempre più stringenti per le aziende che fanno discarica. Esistono precise normative a livello nazionale ed europeo in materia, ultimo il Dlgs n.121/2020 che garantisce una progressiva riduzione del collocamento in discarica dei rifiuti, in particolare di quelli idonei al riciclaggio o al recupero di altro tipo, al fine di sostenere la transizione verso un’economia circolare. Il tema più dibattuto in questo momento storico è quello sull’ambiente, ma le dichiarazioni del Sig. Pellati lasciano molti dubbi sulle priorità di RiMateria e sulla applicazione delle normative.
Suddette dichiarazioni sono sulla scia di quanto fatto e perseguito dalle due aziende che si sono avvicendate negli anni, prima Asiu poi Rimateria, nella gestione dell’impianto di Ischia di Crociano.
Le due azienda hanno fatto sempre e solo discarica, esaurendo gli ampi spazi, troppo vicini ai centri abitati, concessigli nella speranza che prima o poi ci sarebbero state le risorse per poter chiudere e mettere a norma una montagne di circa 2 milioni di metri cubi di rifiuti speciali.
Hanno utilizzato la discarica per i loro fini economici e le dichiarazioni rilasciate fanno ben intendere che anche per il futuro questo è l’obiettivo: proseguire la strada della logica del profitto, nessuna bonifica all’orizzonte, nessun ripristino ambientale, solo buchi da riempire con nuovi rifiuti.
I lavori di messa a norma, benché previsti dalle normative vigenti, sono considerati una rogna, un costo che riduce il profitto. Ma dove sono finiti tutti i soldi incassati per quei circa due milioni di metri cubi di rifiuti portati nel nostro territorio, soldi che sarebbero dovuti servire, in parte, per mettere a norma la discarica e per il suo post mortem ?
Sono finiti i tempi in cui gli imprenditori pensavano solo ai profitti e allegramente inquinavano l’ambiente con i rifiuti industriali (così è nato il SIN di Piombino), nessuna amministrazione locale, regionale o nazionale potrà mai permettere che si utilizzi un territorio come un buco dove conferire qualsivoglia tipo di rifiuto.
Il Comitato Salute Pubblica Piombino Val di Cornia
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LA PIAZZA: SULLA DISCARICA NOTIZIE, DICHIARAZIONI E PERCEZIONI
(senza bisogno di essere indovini)
Sulla vicenda della discarica di Ischia di Crociano ci sono stati nei giorni scorsi due passaggi importanti.
Il primo: il pronunciamento avverso della Conferenza dei Servizi Decisoria, convocata per esaminare la richiesta di AIA relativa al progetto denominato “Opere di chiusura variante 2
discarica ex-Lucchini – riprofilatura discarica Rimateria localita’ Ischia di Crociano nel Comune di Piombino (LI)”.
Il secondo: l’avvenuta omologa della proposta di concordato in continuità da parte della sezione Fallimentare del Tribunale.
Ad oggi non è ancora possibile avere accesso agli atti suddetti; esaminando tuttavia da un lato le dichiarazioni del Sindaco di Piombino e dall’altro quelle del Presidente di Rimateria, possiamo farci un’idea più articolata di quelli che sono i reali progetti sull’area.
Il 16 marzo il Sindaco Ferrari ha affermato sul proprio profilo Facebook che la Conferenza dei Servizi ha dichiarato “l’improcedibilità dell’istruttoria per la mancata di ottemperanza delle
prescrizioni […]”, specificando di seguito “[…] in particolare, le maleodoranze che l’impianto continua ad emettere sono elementi che non potevano consentire l’autorizzazione “. Un giornale
locale si è spinto ad affermare che la “sospensione” dell’autorizzazione sarebbe superabile, in un anno, attraverso la messa a norma resa possibile dall’immissione di liquidità (2,5 milioni di euro
sotto forma di aumento di capitale più ulteriori risorse per esigenze di cassa fino a 3,9 milioni di euro) da parte dei soci privati.
L’aumento di capitale porterebbe probabilmente la quota societaria detenuta da Navarra ed Iren dal 60% attuale ad oltre il 66%, che lo Statuto della società indica essere la soglia che permette
di cambiare lo Statuto stesso. Se i soci privati potranno dunque modificare da soli lo Statuto, dove andrebbe a finire il diritto di veto della parte pubblica sulle modifiche al piano industriale
attualmente previsto dallo Statuto? A fronte dell’oggettivo peso specifico delle azioni detenute dalla parte pubblica, l’aumento di capitale non dovrebbe dunque essere oggetto di ratifica da parte dei consigli comunali dei Comuni che posseggono azioni attraverso ex Asiu?
Le dichiarazioni che la stampa attribuisce al Presidente Pellati dimostrano una volta di più che la mission di Rimateria è solo quella di fare profitti attraverso l’importazione di rifiuti speciali.
Ogni azione di tutela dell’ambiente, di messa a norma, di rispetto delle prescrizioni e ogni richiesta di azione a servizio del territorio (bonifiche, riciclaggio delle scorie, supporto alla siderurgia) viene definita una “rogna” che deprime le capacità di arricchimento dell’azienda.
La presenza della parte pubblica, che sarebbe illecita in un’azienda che opera sul mercato, trova giustificazione proprio nella sua natura strategica per il risanamento del vicino SIN, nelle bonifiche
necessarie e nel supporto alle attività connesse alla produzione di rifiuti da parte della locale attività industriale. Se, come si afferma, questa non è più la “mission” di Rimateria, tale partecipazione
pubblica non avrebbe più ragione di esistere e il controllo sulla correttezza della gestione della discarica verrebbe demandata alla normale attività ispettiva dei soggetti istituzionali preposti:
ARPAT, ASL, Regione etc.
La stampa si spinge ad affermare: “Di sicuro, se la ritrosia dei soci privati a nuovi apporti è venuta meno, qualche rassicurazione deve essere arrivata dalla proposta, anche questa top secret, […] su
cui hanno lavorato Regione e Comune di Piombino”. Ebbene: è proprio questo TOP SECRET ad essere inaccettabile.
Cosa si sta decidendo, nel segreto delle stanze “che contano”, sulla pelle dei cittadini? Pretendiamo informazione, trasparenza e consultazione: davvero la politica è morta? Sì, perché si
ha la netta impressione che questa sia solo una pantomima ben congegnata al servizio del padrone di turno.
La Piazza “Val di Cornia”
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ARTICOLO DE IL TIRRENO DEL 20 MARZO 2020
Il presidente Pellati tra ottimismo e preoccupazione
«Il futuro dipende dall’autorizzazione dei nuovi volumi»
Discarica di Ischia, un anno in più Via libera al piano per il concordato
Manolo Morandini PIOMBINO. C’è il via libera dalla sezione Fallimentare del Tribunale di Livorno. La proposta di piano di concordato in continuità per Rimateria ottiene l’omologa. «Il piano è stato ammesso come era nelle nostre speranze – dice il presidente dell’azienda di Ischia di Crociano Francesco Pellati -. Sono orgoglioso perché questo consiglio di amministrazione ha retto agli “urtoni” che gli arrivavano da tutte le parti. Non si dimentichi che ha consentito la piena occupazione, ha pagato regolarmente i conti e gestito senza gravi problematiche il percolato. Tra l’altro le due centraline nuove di captazione del biogas per i controlli Arpat entrano in funzione da lunedì». La società ha un anno di tregua. Questo è l’orizzonte in cui si prevede di poter uscire dalle secche. «Apprezzo molto l’orientamento del Tribunale che ha dimostrato attenzione e sensibilità sociale», sottolinea Pellati. «L’ammissione del piano va nella direzione voluta e abbiamo davanti un anno – prosegue -. Siamo preoccupati perché la Regione Toscana ha respinto la richiesta di autorizzazione integrata ambientale presentata da Rimateria».
Il riferimento è alla richiesta di autorizzazione integrata ambientale respinta dagli uffici regionali per il rialzo del Cono rovescio e la riprofilatura e rialzo della discarica ex Lucchini, che rappresentano l’orizzonte industriale su cui scommette l’azienda con i soci privati Iren Ambiente e Navarra per nuovi volumi di discarica. Sul punto le trattative tra soci privati e Comune di Piombino non si sono mai interrotte. resta da capire se e in che misura è stata trovata una quadra che sia conveniente a tutte le parti in causa. «Il piano concordatario è avulso da qualunque altro elemento che non siano le sue due colonne portanti, cioè i ricavi dal conferimento dei rifiuti nel cono rovescio e il sostegno economico dei due soci privati – prosegue il presidente Pellati -.
Messi insieme i due fattori economici, il piano concordatario regge di per sé e non ha bisogno di niente. Ma il rigetto dell’autorizzazione integrata pone un problema». Che sottolinea: «Abbiamo un anno davanti. Ma mettiamo che tra sette o otto mesi la situazione resti congelata a quella attuale. In questo caso la società chiude. Saremmo riusciti solo a darle un anno in più di vita. Insomma, se non abbiamo il buco dove conferire qualsivoglia tipo di rifiuto la società ha esaurito l’oggetto sociale, e chiude. Da qui ad alcuni mesi abbiamo davanti questo spettro. Ognuno si prenderà le sue responsabilità».
Già arrivare a una proposta di piano concordatario non è stato semplice. L’azienda ha dovuto richiedere tre proroghe dei termini al Tribunale. Ed è proprio il calendario a dare la misura delle difficoltà e di quanto le trattative siano state serrate per tenere tutto insieme. La documentazione è stata presentata al Tribunale l’ultimo giorno utile.
«Ho dovuto fare appello a tutta l’esperienza accumulata in cinquant’anni di gestore di imprese mie e altrui – sostiene Pellati -. Ho speso tutto il mio patrimonio esperienziale». E lo sottolinea rivelando che nell’anno e cinque mesi da quando è al timone della società di Ischia di Crociano si è visto notificare «quattro avvisi di garanzia per reati ambientali commessi da altri».
Il tema è la messa a norma dell’impianto. Il presidente Rimateria ricorda che «i lavori di risanamento del sito procedono e valgono quasi 10 milioni di euro. Interventi che non erano mai avvenuti in precedenza. Se non avessimo quella rogna chiuderemmo dei bilanci formidabili. Invece c’è questa pesante eredità». L’orizzonte a breve è delineato, ma la strada di Rimateria resta in salita.
«L’omologa del Tribunale è una cosa diversa dall’accettazione del piano – conclude Pellati -. Adesso comincia la parte applicativa, che è assolutamente prevista. La penultima fase è l’assemblea dei creditori che deve approvare la percentuale di ristoro che proponiamo. Se l’assemblea, che si terrà in estate, voterà in maggioranza contro allora il piano decade. Ma abbiamo buone speranze di superare anche questo passaggio».