PIOMBINO: FORZA ITALIA «JSW, LA MISURA E’ COLMA, NO AL BLOCCO DEL COMPARTO ROTAIE»
Piombino (LI) – Una situazione incerta e assolutamente non definita da parte di tutti i soggetti di questa commedia Pirandelliana, che, purtroppo, è ancora in cerca di autori.
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PIOMBINO: FORZA ITALIA «JSW, LA MISURA E’ COLMA, NO AL BLOCCO DEL COMPARTO ROTAIE»
«Come Forza Italia ribadiamo l’assoluta e totale inaffidabilità del Gruppo indiano JSW, allo stato attuale perdura in maniera inquietante la situazione di totale incertezza e di stallo inspiegabile sul destino dei circa 2.000 occupati.
In “zona Cesarini” JSW avrebbe presentato uno pseudo piano industriale privo di copertura finanziaria e dal quale emergerebbe soltanto una generica volontà del Gruppo di “investire” in Piombino soltanto a condizione che la parte finanziaria sia a quasi totale carico dello Stato Italiano.
C’è purtroppo di più: il gruppo Indiano blocca anche il fiore all’occhiello della fabbrica, il comparto Rotaie.
La fabbrica tra pochi giorni sarà completamente svuotata, senza nessuna luce all’orizzonte.
Denunciamo intenzioni speculative, in totale spregio dell’economia locale e della manodopera impiegata da parte di JWS, Forza Italia dice NO alla sospensione della produzione.
Non possiamo e non dobbiamo buttare al vento un know-how davvero esclusivo nel comparto rotaie, mettendo in pericolo anche la definizione della commessa da parte di RFI (Rete Ferroviaria Italiana), con il contratto già in fase di firma, entro fine mese.
Abbiamo assistito alla presenza in comparsata di tutti i cd big politici italiani a partire dal Presidente del Consiglio Letta nel 2014, al Senatore Renzi che di li a poco gli successe, all’attuale Commissario all’economia nella UE Gentiloni, che successe a Renzi, a Giuseppe Conte Presidente del Consiglio, nelle edizione giallo-verde ed in quella giallo-rossa, all’allora Presidente della Regione Toscana Rossi e fino all’attuale Giani, che, anche per il tramite dei ministri competenti Economia, MISE, Lavoro, hanno promesso per Piombino interessamenti, prese di posizioni con i vari imprenditori, o pseudo tali, che si sono avvicendati dal 2014, dopo il fallimento Severstall, nella conduzione della fabbrica piombinese.
Alle promesse sono seguiti tutti risultati fallimentari.
L’impegno che Forza Italia ha preso con i Sindacati e con i lavoratori, nell’incontro di qualche settimana non si ferma qui.
All’interno del nuovo Governo, di cui Forza Italia fa parte, stiamo facendo il possibile per tentare di arrivare ad un vero piano di investimenti, serio e concreto, che non sia l’ennesima soluzione tampone culminante nell’ennesima proroga della Cassa Integrazione, ma che rilanci una volta per tutte il comparto acciaio di Piombino.
Siamo pronti a metterci a disposizione con una squadra tecnica per aprire un tavolo serio di contrattazione e, laddove Jindall si ritirasse definitivamente, a trovare investitori italiani disponibili a collaborare, ma soprattutto siamo pronti a metterci la faccia.
Ieri sera il Consiglio dei Ministri ha conferito finalmente le deleghe ai sottosegretari per le crisi di impresa e la situazione della crisi Jindall Piombino è stata affidata alla sottosegretaria Todde e sarà seguita con particolare interesse e competenza dal senatore di Forza Italia Massimo Mallegni che è già intervenuto presso il Presidio di fabbrica della RSU a Piombino nel mese di marzo, assicurando il totale interessamento del nostro partito .
Non sarà facile e non possiamo fare promesse, ma siamo convinti che la soluzione possa trovarsi solo attraverso una presa in carico di un nuovo progetto che coinvolga il Governo direttamente nella persona del Ministro Giorgetti, Feder-acciai, Acciaieri Italiani, JSW o altri investitori e, se necessario, con l’intervento diretto dello Stato nella capitale aziendale.
Riteniamo anche che tale intervento non si debba esaurire nell’ennesimo tentativo di salvare la fabbrica con il necessario revamping del treno di laminazione e la costruzione del forno elettrico, ma debba necessariamente rappresentare l’occasione per sfruttare al meglio i fondi a disposizione per le bonifiche già esistenti e finanziati, e nel quadro del Recovery, sfruttare quell’immensa occasione che ci viene fornita dall’esistenza delle nuove aree portuali e dalla possibilità di sfruttare gli altri 7 KMQ esistenti nell’attuale planimetria dell’Acciaieria a vantaggio di quelle imprese che possono avere cointeressenze con l’uso delle nuove strutture portuali.
In questa ottica ci mettiamo a disposizione di tutta la comunità Piombinese e della Val di Cornia».
Chiara Tenerini
Coordinatore provinciale Livorno e Resp. Dipartimenti Toscana – Forza Italia
Riccardo Petraroja
Resp. Dipartimento Economia e Finanza con delega al Sist. Bancario – Forza Italia prov. Livorno
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A riprova della gravità della situazione riportiamo anche una nota del sindacato USB di Piombino.
USB PIOMBINO: TANTI DISCORSI MA LE ACCIAIERIE SONO CHIUSE.
La situazione delle acciaierie Piombinesi è sempre più grave. Dal 10 aprile gli impianti saranno completamente fermi, anche quel poco che era in marcia nei mesi scorsi.
Lo stabilimento è prossimo al fallimento per mancanza di commesse e con quasi tutti i lavoratori in cassa integrazione.
I lavoratori vogliono la verità dalla multinazionale Indiana. Una multinazionale che deve andarsene immediatamente da Piombino.
A questo punto, dopo troppi tentativi di affidare ai privati un settore così strategico per la nostra economia e uno stabilimento da riconvertire dal punto di vista ecologico e che occupa migliaia di lavoratori solo l’ingresso dello stato in maniera maggioritaria mandando via il privato sarà possibile dare risposte serie e credibili a tutta la cittadinanza e ai lavoratori.
Come si può ottenere tutto questo? Con una forte mobilitazione da parte di tutti, sostenendo gli esposti delle associazioni ambientaliste e portare la vertenza di Piombino subito al tavolo del Governo e del Ministro dello Sviluppo Economico Giorgetti.
L’unico modo per salvare le acciaierie Piombinesi è intraprendere subito una discussione nei tavoli governativi sul piano siderurgico nazionale per rimettere al centro la produzione di acciaio nel nostro paese, al pari di altri Stati Europei.
Riconversione ecologica per un’acciaieria a basso impatto e fuori dal centri abitato, bonifiche e smantellamento delle aree con il re-inserimento dei lavoratori così come avvenuto a Trieste. Investimenti sulla viabilità, strade ferrovie e porto ed una vera diversificazione industriale per rendere competitiva nel futuro l’area di Piombino.
Un vero piano dettagliato con investimenti e occupazione con dati cifre e tempi dettagliati. Scivoli pensionistici per gli operai prossimi alla pensione e riqualificazione e ricollocaazione degli altri lavoratori per i nuovi impianti.
Nei prossimi giorni USB scenderà in piazza con iniziative e mobilitazioni. Vogliono dire la verità e il nostro punto di vista ai lavoratori e alla cittadinanza Piombinese. Bisogna lottare tutti insieme per vincere e portare a casa l’unico risultato importante: LAVORO SALUTE FUTURO.