JSW: NUOVO INCONTRO INTERLOCUTORIO, FORSE NELLA DIREZIONE GIUSTA
Piombino (LI) – Al Ministero dello Sviluppo Economico si è discusso il 13 maggio del futuro, prossimo, dello stabilimento Jsw Italy. A tenere le fila la viceministra Todde. Sul tavolo la commessa delle ferrovie dello stato sul treno rotaie da un miliardo di euro spalmato su 8-10 anni di lavori. Hanno partecipato il viceministro al Mise Alessandra Todde, l’azienda, il Ministero del Lavoro, la Regione Toscana, il sindaco di Piombino, Invitalia e le organizzazioni sindacali.
Il governo, in particolare il ministro Giorgetti sta col fiato sul collo della proprietà indiana: Dopo la bocciatura del piano industriale ci si aspettano ben altre garanzie di investimento e occupazione da parte di jindal, che però pressa il governo affinché venga sbloccata almeno la prima tranche di ordini da Fs per circa 100 milioni.
La ripresa del tavolo ministeriale è ben vista da tutti: Regione, comune e parti sociali. Potrebbe però trattarsi ancora d’una fase interlocutoria: chiarificatore sarà l’incontro fra Giorgetti e Jindal previsto (probabilmente con il magnate indiano da remoto) nei prossimi giorni.
«Ho preso in mano il dossier Jsw – il viceministro al Mise Alessandra Todde – non appena ricevute le deleghe e ho ritenuto opportuno interloquire con tutte le parti coinvolte perché da diversi mesi il tavolo non veniva convocato al Mise. Non ho seguito la vertenza Jsw nel governo procedente e ho ritenuto opportuno spendere del tempo per studiare la situazione complessiva, per poter portare il giusto valore al confronto.
La visione industriale dell’azienda non è sufficientemente chiara e bisogna lavorare urgentemente su questo aspetto. Il governo non ha alcuna preclusione a supportare un progetto di rilancio per Piombino, a patto che sia un progetto utile per l’interesse nazionale e non c’è alcun dubbio che lo stabilimento di Piombino sia da considerare strategico per il Paese e per il territorio.
L’azienda deve mettersi all’interno di un percorso di negoziazione rispetto agli strumenti che il Governo può mettere a disposizione, perché questa non è una vertenza semplice. Sono convinta che da questa operazione di rilancio si debba riuscire a servire l’interesse nazionale e non solo quello dell’azienda. Mantengo aperto il tavolo, in modo che le varie interlocuzioni tra le parti proseguano. Riconvocherò il tavolo entre i primi di giugno».
Moderata soddisfazione da parte del Sindaco di Piombino: «siamo soddisfatti nel vedere il Mise dimostrare concreto interesse nei confronti della fabbrica piombinese e di tutti i suoi lavoratori. Il dialogo tra le istituzioni interessate, i sindacati e l’azienda è prioritario: questo tavolo che, assicura il Mise, avrà continuità, è il momento di incontro e condivisione del percorso ma è chiaro, comunque, che la prima partita, quella più importante, rimane tra il Governo e Jsw. Governo che deve investire entrando nella compagine e, soprattutto, pretendere chiarezza da parte dell’azienda sui progetti futuri: in qualunque senso essi si sviluppino e qualunque sarà l’interlocutore, Piombino non può continuare ad attendere».
«Sono nodi da sciogliere – continua Ferrari – ed è necessario farlo velocemente per non perdere l’occasione che i fondi europei ci offrono: intercettare quelle risorse è fondamentale per avviare un efficace percorso di rinascita della città. Le somme del Recovery fund aiuterebbero nella transizione ecologica e di integrazione con le peculiarità del territorio affinché la fabbrica torni ad essere il motore propulsivo dell’economia ma nel rispetto degli equilibri e delle caratteristiche della città. Al contempo, queste risorse ci darebbero la possibilità di arretrare le aree destinate all’impianto liberando i terreni occupati ma non produttivi, avviare i progetti di smantellamento e di bonifica e fare, così, spazio a una nuova imprenditoria. La fabbrica ha bisogno di nuova linfa, di una effettiva conversione verso l’acciaio green e di nuove prospettive che ne rilancino l’attività e garantiscano la sicurezza e un futuro ai lavoratori ma, al fianco di questa visione dell’acciaio virtuosa ed ecocompatibile, dobbiamo garantire una diversificazione economica che consenta al territorio di crescere».
Per il presidente delle Regione Eugenio Giani non è più tempo di ulteriori attese: «Non possiamo più tollerare questa situazione. Chiediamo al Governo di intervenire in modo concreto per Piombino». Il Presidente della Regione Giani, nelle ore precedenti l’incontro aveva scritto al ministro Giancarlo Giorgetti ricordando, tra l’altro, che anche Liberty Magona potrebbe rientrare in un’operazione di riassetto congiunto o parallelo all’ingresso dello Stato tramite Invitalia o Cdp in Jsw Steel Italy». Ricordando anche che sebbene Piombino sia il punto di riferimento per i lunghi e le rotaie, gli acciai piani sono contemplati fin dal 2008, perciò questo Governo sarebbe il primo ad escluderli.
«Le nuove commesse di Rfi vanno inserite in un piano industriale chiaro e le scelte di dimensionamento degli impianti e degli investimenti debbano essere coerenti con i fabbisogni industriali e non influenzate da logiche esterne».
Durante l’incontro il vicepresidente Jsw Marco Carrai ha spiegato che attualmente «lo stabilimento è fermo perché la fornitura di billette è bloccata e quindi la vergella non può essere prodotta. Per quanto riguarda le rotaie chiediamo che venga sbloccata la commessa Rfi in modo da poter riprendere la produzione, Jindal ha fatto passi avanti per favorire la ricapitalizzazione. Potremmo arrivare velocemente a un accordo per l’ingresso di Rfi. Jindal vuole sbloccare la situazione altrimenti è pronto ad andarsene da Piombino».
I sindacati annunciano per martedì 18 maggio alle 10 e 30 una iniziativa pubblica sotto il comune di Piombino.
«Non è più accettabile portare avanti una vertenza che si protrae ormai da quasi dieci anni senza una soluzione definitiva. Non è accettabile che Jindal continui a fare tatticismi sulla pelle di oltre 1700 lavoratori perseguendo esclusivamente i propri interessi ed escludendo quelli sociali. Non è più accettabile che la multinazionale limiti lo sviluppo di un patrimonio industriale quale la ex Lucchini con grandi potenzialità di mercato; non è più accettabile che il governo temporeggi nell’assumere una decisione definitiva che dia una prospettiva ed un futuro certo al polo siderurgico piombinese”.
Lo dichiarano Guglielmo Gambardella e Vincenzo Renda, rispettivamente coordinatore nazionale Uilm per la siderurgia e coordinatore regionale UILM Toscana, a margine dell’incontro tenutosi oggi in remoto con il MiSE, presieduto dalla viceministro Alessandra Todde, con la partecipazione delle istituzioni locali ed il vicepresidente di JSW Italia, Marco Carrai. Oggi – sottolineano Gambardella e Renda – abbiamo assistito all’ennesima narrazione da parte dell’azienda su cose che si vorrebbero e si potrebbero fare, su un indefinito piano industriale, ritenuto inaccettabile dallo stesso ministro Giancarlo Giorgetti».
«L’aver circoscritto la discussione di oggi esclusivamente alla futura commessa RFI ed alla capacità produttiva del futuro forno elettrico è stata ritenuta paradossale da parte della UILM. Il tavolo nazionale con la regia del Ministero dello Sviluppo Economico è l’unico ambito in cui si può progettare un percorso serio di rilancio coinvolgendo tutti i soggetti interessati a dare un contributo per la soluzione definitiva.
Solo un intervento pieno e deciso del Governo, con tutti gli strumenti necessari, con tutti gli attori istituzionali nazionali e locali interessati e l’auspicabile contributo del sistema siderurgico italiano, nella realizzazione del progetto di rilancio della siderurgia piombinese, può dare un futuro all’intero tessuto industriale della Valle di Cornia.
Non c’è più tempo da perdere, occorrono decisioni chiare e fare tutto ciò che serve per dare una prospettiva di lavoro e non ammortizzatori sociali agli oltre 1700 lavoratori diretti e per quelli dell’indotto: Giorgetti convochi immediatamente Jindal e pretenda una risposta – concludono – Se non si scoglie il nodo sulle reali volontà di Jindal, è difficile immaginare un futuro diverso per Piombino».
Nella nota in cui veniva annunciata l’iniziativa del 18 maggio Fim-Fiom-Uilm-Uglm hanno anche specificato che «Il presidio dei lavoratori portato avanti in questi oltre due mesi ha portato il risultato che spervamo, con l’apertura di un tavolo con tutti i soggetti interessati e dove il Governo, richiamato ad un intervento urgente viste le prossime scadenze delle concessioni portuali e l’assegnazione della commessa delle rotaie, convocherà tutte le parti entro due settimane.
Importante che durante la riunione di oggi le parti sociali e le istituzioni locali e regionali abbiano espresso una posizione condivisa, chiara e netta, sulla necessità di far tornare la fabbrica, ovviamente una fabbrica sostenibile e che restituisca le aree inutilizzate alla città, ad essere il motore propulsivo dell’economia del Comprensorio. Partendo da salvaguardare l’occupazione e la salute di tutti i cittadini.
Questo è ciò che ci aspettavamo quando abbiamo messo in piedi un percorso da portare avanti con estrema urgenza e attenzione. Il presidio si conclude stasera, sapendo che da oggi la nostra mobilitazione resta in piedi con più vigore. Quello che si costituirà per Piombino nei prossimi giorni non può essere un pacchetto preconfezionato, ma dovrà garantire la continuità dello stabilimento con la sostenibilità ambientale, visto che in questa fase il mercato dell’acciaio si dimostra in espansione, considerando una diversificazione che garantisca lavoro e occupazione.
Su questo vogliamo richiamare la politica e le Istituzioni – concludono Fim-Fiom-Uilm-Uglm – e lo faremo con una iniziativa pubblica in cui tutti i lavoratori del territorio e cittadini sono invitati a partecipare il prossimo 18 MAGGIO alle ore 10,30 sotto il Comune di Piombino. Serve dare una dimostrazione a tutto il governo che il territorio, i cittadini, i lavoratori, le istituzioni e le parti sociali hanno un obiettivo comune e vogliono essere protagonisti del loro futuro».