RIMATERIA FALLISCE E ARRIVA LA FINANZA. ALMENO 8 INDAGATI PER BANCAROTTA FRAUDOLENTA
Piombino (LI) – Dopo la scelta dell’autofallimento da parte di Navarra e Uniecuperi lo scorso 21 maggio reputando i soci privati insufficienti le aperture arrivate dalla Regione, la sentenza del tribunale di Livorno, giunta dopo l’udienza del 9 giugno mette la parola fine a questo lunghissimo “tira e molla” tra i privati e le istituzioni.
Il Tribunale di Livorno, che il 9 giugno si era riservato la decisione, martedì scorso ha dichiarato il fallimento di Rimateria SPA, nominando Francesca Ozia a gestire le procedure in veste di curatrice, perché “già a cognizione della crisi di impresa avendo svolto in sede di concordato preventivo la funzione di commissario giudiziale, potrà tempestivamente assumere tutte le iniziative che consentiranno la maggiore soddisfazione possibile dei creditori” ha scritto il giudice nel dispositivo. Il Tribunale ha quindi preso atto della volontà dei soci, non più disposti a sostenere economicamente il piano industriale, a procedere verso l’autofallimento, chiudendo al concordato in continuità.
Mercoledì 16 giugno poi, a pochi giorni dal fallimento dell’azienda Rimateria, sono scattate le perquisizioni per una clamorosa indagine della Guardia di Finanza di Piombino. Sono otto al momento gli indagati per bancarotta freaudolenta e alcuni anche per altri reati. I finanzieri si sono presentati ai cancelli di Ischia di Crociano, e contemporanemente a Reggio Emilia e Frosinone dove hanno sede Unirecuperi e Navarra.
L’indagine che va avanti da tempo, con visite anche nei comuni proprietari di Asiu, ieri ha visto l’acquisizione di una mole imponente di documentazione, sembra anche nelle abitazioni private di alcuni degli indagati.
Tutto sarebbe partito da un esposto del presidente di Rimateria Pellati, il quale dopo il suo insediamento avrebbe deciso di denunciare alcune situazioni apparse non molto chiare. Tra gli indagati ci sarebbero alcuni ex presidenti di Asiu e Rimateria. Ma non sono loro, anche dirigenti e altre figure, perché gli inquirenti non escludono che dall’inchiesta possano emergere nuovi indagati, dai faldoni e files acquisti dalla Guardia di Finanza.
La domanda è sempre la stessa: come è possibile che una società operante nel settore del trattamento e smaltimento rifiuti abbia accumulato un maxi debito di milioni di euro, quando impianti dello stesso tipo realizzano utili milionari? E i milioni di debito di ASIU? L’inchiesta inevitabilmente durerà a lungo per chiarire tutto quello che è successo.
Perché la vicenda Rimateria è un groviglio di responsabilità, politiche e tecniche che viene da lontano. Tra le criticità urgenti l’impianto che continua, e lo farà per molti anni, a produrre percolato e biogas. Due aspetti che devono essere gestiti senza soluzione di continuità, con costi che si aggirano sui 500mila euro all’anno.
Tra le decisioni a cui sarà chiamata la curatrice Ozia, completato l’esame del passivo, ci sarà probabilmente quella di escutere le fideiussioni che però coprono solo parzialmente le operazioni di chiusura della discarica e gestione post mortem, che durerà circa venti anni.
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RIMATERIA: IL COMUNE HA CHIESTO L’IMMEDIATO SBLOCCO DEL SITO PER PERMETTERE I CONTROLLI AMBIENTALI E IL RIAVVIO DELL’OCCUPAZIONE
Riceviamo e pubblichiamo integralmente.
«La sentenza di fallimento non stupisce, neppure nella parte relativa all’apposizione dei sigilli e alla chiusura del sito: è la prassi per quel tipo di sentenze. Adesso, però, riteniamo doveroso e urgente che il curatore fallimentare chieda al Tribunale di Livorno di essere autorizzato immediatamente all’esercizio provvisorio della discarica.
Proprio con quell’obiettivo abbiamo inoltrato una formale richiesta alla curatrice, la dottoressa Ozia, questa mattina.
La dichiarazione di fallimento ha di fatto bloccato anche la normale attività di monitoraggio e controllo ma l’auspicata gestione provvisoria della discarica consentirebbe di dare continuità alle attività di trattamento del percolato e del biogas e a tutte le altre azioni volte a evitare che siano messe a repentaglio la tutela ambientale e la salute dei cittadini.
Oltre a questo, la gestione provvisoria darebbe anche risposte ai lavoratori di quella società, ora in ferie forzate.
La situazione su RiMateria rimane complessa, anche alla luce della recente notizia delle perquisizioni da parte della Guardia di Finanza di Piombino alla sede di Rimateria ma anche ad Asiu, Navarra e Unirecuperi per accertare reati di bancarotta fraudolenta e reati societari. Notizia che, tuttavia, non ci meraviglia: abbiamo più volte denunciato la malagestio della Società e anche a questo meccanismo, oltre che allo scarsissimo interesse per l’impatto ambientale, imputiamo le decine di milioni di euro di debiti che RiMateria ha accumulato negli anni».
Francesco Ferrari, sindaco di Piombino
Carla Bezzini, assessore all’Ambiente
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RIMATERIA. TORSELLI E PETRUCCI (FDI): “IL SINDACO FERRARI DENUNCIA DA SEMPRE LA PESSIMA GESTIONE. NOI DALLA SUA PARTE”
Firenze – “Il fallimento è da imputare ad una sola parte politica: il Pd. Ma Anselmi è stato premiato da Giani”.
“Il sindaco Ferrari denuncia da anni la pessima gestione della discarica. Non sorprende che Rimateria sia fallita e che i suoi vertici pubblici e privati siano accusati di bancarotta fraudolenta e altri reati societari. Ferrari non ha mai ceduto alle pressioni di chi voleva convincerlo che fosse un’opera di eccellenza dell’economia circolare. Dalla Regione siamo pronti a supportarlo. Con il voto del 2019 i cittadini di Piombino hanno scelto di cambiare dopo una fallimentare gestione del Comune da parte della sinistra.
Il Pd ama riempirsi la bocca di bei concetti come la sostenibilità ambientale, ma in questi mesi sta emergendo a Piombino, come in tante altre parti della Regione, una spregiudicata gestione delle questioni ambientali. Il fallimento di Rimateria è da imputare ad una sola parte politica. Il Pd e anche l’ex sindaco Anselmi, premiato dal governatore Giani nominandolo consigliere delegato, abbiano almeno la decenza di ammettere di aver sbagliato!”.
E’ la dichiarazione di Francesco Torselli, capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione Toscana, e del consigliere regionale FdI Diego Petrucci.
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