PIOMBINO: INAUGURATO L’EMPORIO DELLA SOLIDARIETA’ PRESSO SANTA MARIA DELLA NEVE

il taglio del nastro con i figli di Maria Pisani

Piombino (LI) – E’ stato intitolato a Maria Pisani l’Emporio della Solidarietà, (che fa parte di una rete nazionale, e nel quale è presente anche l’Armadio della comunità fornito di abbigliamento) voluto dalla Caritas e gestito in collaborazione con la San Vincenzo de Paoli. L’Emporio è situato in via Don Minzoni 64 (parrocchia Santa Maria della Neve), ed è un supermercato speciale dove non si paga in denaro, ma in punti: hanno diritto di accedere i soli nuclei familiari o le persone singole in reali difficoltà economiche forniti di una tessera con la quali è possibile “fare la spesa”.

L’inaugurazione è avvenuta alla presenza del vescovo, dell’assessore al sociale, e del sindaco Francesco Ferrari. I figli di Maria Pisani, Nicola e Tommaso, hanno tagliato il nastro.  Maria Pisani, dipendente comunale per molti anni al sociale, si è distinta, a differenza di altri, sempre per la sua sensibilità e disponibilità verso gli ultimi.

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IL COMMENTO DI ERALDO RIDI: «MARIA UNA DI NOI»

«Aver dedicato l’Emporio della Solidarietà della Caritas Diocesana a Maria Pisani mi riempie di gioia.

Il fine dell’Emporio Solidale è quello di concretizzare un aiuto che conservi pienamente la dignità della persona, favorisca percorsi di relazioni importanti per superare il bisogno e sviluppare attenzione allo spreco, al riuso e al recupero.

Educare ed educarci alla speranza attiva, prevenire il disagio prima che questo diventi motivo di ulteriore vulnerabilità sociale.

I poveri, i bisognosi, quali destinatari hanno bisogno di una cura che mira alla relazione oltre che al suo impellente bisogno.

Maria negli anni, da dipendente del Comune di Piombino, ha incarnato mirabilmente questo spirito e questa visione.

Un segno che a mio avviso, attraverso di lei, dovrebbe essere riconosciuto a un gruppo di lavoro e di amicizie (Anna Rita, Stefania, Sandra e ora Graziano) che ha contributo a fare di Piombino una città migliore e più bella per quanto seminato, nella fermezza di valori, ascolto, responsabilità, accoglienza e solidarietà.

Il tratto comune non è stato un “pietismo caritatevole”, ma il “passaggio dalle prediche alle pratiche”, figlio di una formazione ecclesiale e politica in un tempo passato prezioso e ricco di riferimenti ideali, etici, estetici che non si sono logorati nel tempo. Hanno invece generato con l’impegno sociale, culturale, interculturale come valore di riferimento e di futuro.

Impegno e riferimenti generosi che le passate amministrazioni hanno saputo valorizzare, favorire, rendere anche autonome nel rispetto delle regole, dei ruoli e nei valori condivisi.

Maria: La sua esperienza nella vita sociale cittadina, nasce negli anni ‘70 nel quartiere Città Vecchia, in quella parte della città in cui prende vita l’esperienza delle Comunità Cristiane di Base e del movimento iternazionale Cristiani per il socialismo, a cui Maria partecipa alacremente, la cui attività si svilupperà in esperienze comunitarie, nel doposcuola in via del Coro, nelle lotte nel quartiere di “Trastevere” per il lavoro, la casa, la salute, la cultura e la scuola.

Poi l’impegno politico come servizio al bene comune: dalla segretaria della FGCI a membro della segreteria del PCI della Federazione Piombino-Val di Cornia-Elba e negli ultimi anni vicina a Rifondazione Comunista”.

Percorsi di formazione e di azione in gran parte condivisi.

Qui nasce una domanda: questo importante riconoscimento, una scelta coraggiosa o inconsapevole?

Allora penso ai nomi non scelti… Ci penso e mi viene a mente don Sebastiano Leone, una figura centrale nella storia della nostra comunità ecclesiale e sociale e non solo, per l’impegno in prima fila verso gli ultimi.

Un contributo originale, fuori dagli schemi, capace di ascoltare, efficace sulle risposte materiali e spirituali.

Questa “non scelta” non l’ho immaginata come alternativa plausibile, ma scartata.

Magari… come sarebbe stato bello accomunare una funzionaria pubblica a un “prete di strada”, una donna ed un uomo, una laica ad un religioso, con bagagli esistenziali differenti, ma che hanno vissuto esperienze disponibili e aperte in due contesti diversi, ma sulla stessa sponda.

Allora, al di là delle buone intenzioni, come non si possono vedere “scambi tra poteri”, miopie pastorali, annebbiamenti di vista che riempiono la vita di paure invece di aprirla alla fiducia, alla speranza, all’incontro.

Le frontiere (“le periferie esistenziali” come le chiama adesso Papa Francesco) sono il luogo privilegiato del ritrovarsi con gli altri e con noi stessi, perché sono i luoghi delle differenze che arricchiscono mettendoci in discussione, perché solo abbattendo i muri e costruendo ponti si potrà sentire il profumo degli spazi aperti, là “dove può fiorire il miracolo di un noi sempre più grande” come sottolinea ancora Papa Francesco.

Ecco perché: Maria è stata e rimarrà sempre una di noi!»

Eraldo Ridi

 

Scritto da il 13.10.2021. Registrato sotto Foto, sociale, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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