LA PIAZZA: SMANTELLANO GLI OSPEDALI TRASFORMANDOLI IN “BURLA”
Piombino (LI) – In una durissima nota il gruppo “La Piazza” denuncia il progressivo e continuo smantellamento dell’Ospedale di Piombino (e non solo), evidenziando che mentre la politica a voce da rassicurazioni, poi nei fatti si comporta molto diversamente. Leggiamo insieme integralmente quanto inviato.
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“Chiunque abbia recentemente cercato di usufruire dell’Ospedale di Piombino si è reso conto che, nonostante gli impegni presi dal Direttore dell’Azienda USL Toscana Nord-Ovest o dai suoi rappresentanti, le sue carenze sono sempre più gravi.
La Società delle Valli Etrusche fu creata, dicevano, per risolvere i numerosi problemi sanitari che affliggevano i territori della Val di Cornia e della Val di Cecina. Purtroppo nulla è stato risolto e si è anzi assistito a un progressivo depauperamento dei servizi offerti che, quando non si configurano come elemosina (centro procreazione assistita – ambulatorio dermatologico una volta ogni due settimane a Piombino; due letti di sub-intensiva a Portoferraio) assumono tutti i connotati di una vera e propria burla (come la promessa di emodinamica per Piombino o Cecina) e davvero se non si trattasse di salute sarebbe da riderci sopra.
La carenza cronica degli organici associata all’impossibilità di mantenere gli standard degli anni passati dimostra la non volontà di risolvere i problemi. Il pretesto è che si ha difficoltà a trovare medici o che gli stessi (evidentemente a ragione) rifiutano di venire in questi ospedali periferici: perché allora in altri ospedali il personale è presente in maniera più che adeguata?
La verità è che si mira a smantellare progressivamente la sanità pubblica partendo proprio dagli ospedali di piccole e medie dimensioni e gli strumenti di questo smantellamento sono due: la progressiva erosione del personale e il mancato adeguamento tecnologico.
Negli ultimi due decenni abbiamo assistito ad alcuni passaggi importanti: da una Offerta Sanitaria senza controlli siamo passati al Controllo sulla spesa sanitaria e poi all’attenzione quasi esclusiva agli aspetti inerenti la spesa sanitaria, ponendo i bisogni dei cittadini in secondo (e anche terzo) piano.
Certo i politici o i direttori generali delle USL non lo diranno mai chiaramente, eppure si tratta proprio di questo. Negli ultimi anni sta anche cambiando il rapporto tra medici- infermieri e personale amministrativo: il numero di questi ultimi cresce, mentre i primi diminuiscono. Abbiamo “fior di dirigenti” che siedono dietro le scrivanie, ma mancano i medici e gli infermieri e il SSN ne esce a pezzi (come l’epidemia di Covid ha ampiamente dimostrato). Affidare la gestione della sanità ai politici (o a medici genuflessi alla politica per mero interesse personale) ha portato la Toscana a un debito di 500 milioni, nonostante i tagli lineari privi di qualsiasi logica. Un debito enorme che anziché spingere la dirigenza a dubitare delle proprie scelte farà semplicemente aumentare le tasse per ripianarlo.
L’Ospedale unico Piombino-Cecina presenta molti problemi irrisolti legati a carenze soprattutto di Personale, ma anche normative. Abbiamo presentato alcune proposte alla Direzione Azienda Usl Toscana Nord-Ovest per far sì che la Val di Cornia e la Bassa Val di Cecina non abbiano più una offerta sanitaria inadeguata sia per il numero di abitanti che per la loro posizione geografica. Tutti sappiamo che i cittadini sono sempre più spesso costretti a usufruire di strutture private o a spostarsi verso altri ospedali.
Lo smantellamento, iniziato con la chiusura dell’Ospedale di Campiglia e proseguito con la diminuzione delle prestazioni eseguite all’Ospedale di Piombino, giunge ai giorni nostri con l’integrazione dei due Ospedali (Cecina-Piombino): integrazione che se da un lato non ha apportato nessun beneficio, dall’altro ha reso i due Ospedali poco appetibili per chi deve venire a lavorarci.
Gli utenti invece si trovano di fronte a un vero e proprio percorso a ostacoli.
Le nostre proposte volevano essere uno stimolo a cercare nuove soluzioni, ma non sono state prese in considerazione. Avevamo proposto fra l’altro una sperimentazione innovativa: distaccare Piombino, Elba (ed eventualmente Cecina) formando un’Area di Interesse Regionale, separata dalle 3 Aziende in cui è divisa la Sanità Toscana e facente capo direttamente alla Regione.
Creare quest’area non avrebbe generato ulteriori spese, visto che i soldi che attualmente sono impiegati per far venire a Piombino medici di altri ospedali (in cambio di una cospicua retribuzione calcolata su ogni turno di lavoro), avrebbero potuto essere utilizzati per retribuire personale inviato direttamente dalla Regione con comando e per periodi stabiliti, dalle Università o dai centri maggiori per apportare esperienze, insegnamento e nuove tecniche negli ospedali periferici. Ciò avrebbe man mano trasformato questi ospedali in Centri di Formazione, che avrebbero attratto giovani medici e offerto a personale già strutturato un appetibile sviluppo per la propria carriera.
Una proposta che ovviamente avrebbe dovuto essere discussa, sviluppata e affinata; invece è stata immediatamente rifiutata come priva di interesse, perché secondo loro va bene così e niente deve essere cambiato. Quindi la Direzione ritiene appropriato che un Paziente critico possa essere trattato da Medici sconosciuti e ogni volta diversi, o che un Medico appena arrivato cambi il trattamento terapeutico seguito fino ad allora per poi scomparire fino a data da stabilire, dando un calcio alla continuità assistenziale e al rapporto Medico-Paziente che sono alla base della Medicina. Si preferisce andare a cercare medici disponibili a coprire qualche turno in cambio di lauta retribuzione, siano essi in servizio o già in pensione, invece di cercare di risolvere il problema alla base. Questa per noi è la prova lampante della volontà pervicace di ridurre progressivamente i nostri Ospedali a mere stazioni di transito da cui essere dirottati, appena possibile, altrove.
Chiediamo ai Cittadini dell’Elba, di Cecina e di Piombino di fare fronte comune contro questo disegno punitivo nei confronti di Noi tutti e lottare per vedere applicato quanto è sancito dalla nostra Costituzione (che sempre più spesso viene dimenticato): il diritto alla assistenza sanitaria indipendentemente dal reddito e dal luogo in cui si vive!”
La Piazza