RIFONDAZIONE: «PIU’ DUBBI CHE CERTEZZE SUL RIGASSIFICATORE A PIOMBINO»
Piombino (LI) – Riceviamo e pubblichiamo dal Circolo di Rifondazione Comunista di Piombino sulla proposta di realizzare un Rigassificatore nel porto della città.
«Da giorni – inizia la nota – seguiamo con apprensione le notizie inerenti alla possibile messa in funzione di un rigassificatore nel nostro territorio.
In base a ciò che abbiamo appreso, è stato previsto per Piombino un impianto per riportare allo stato aeriforme il metano liquido. Tali strutture vengono fissate a largo oppure in banchina, e vengono rifornite da navi “gasiere” che trasportano il gas liquefatto dai luoghi di estrazione, dove viene dapprima reso liquido per facilitane il trasporto via mare.
In base alle ultime informazioni la piattaforma galleggiante sarebbe presa a noleggio e sistemata in porto, ma al momento non vi è niente di certo, visto che i dettagli del progetto non sono stati resi noti neppure all’amministrazione locale, come da loro stessi dichiarato.
Questo progetto, che il Governo metterebbe in atto per ridurre la quota di gas acquistato dalla Russia e per incrementare invece l’acquisto di questa materia prima da oltreoceano, ci preoccupa da numerosi punti di vista.
Il primo è essenzialmente politico, e per certi versi anche etico.
Una cittadinanza come quella piombinese, che da più di un secolo e mezzo ha visto installare sul proprio territorio attività industriali e di produzione d’energia, in nome dell’utilità pubblica e dello sviluppo del Paese, e che da sempre per questo ne paga le conseguenze, e che dopo le ha viste cedere a privati che ne hanno fatto scempio, senza il minimo rispetto dei cittadini e dei lavoratori, non può adesso veder calare dall’alto un ennesimo piano enormemente impattante senza essere ampiamente e tempestivamente informata dei dettagli e delle conseguenze che tale piano comporta. Non ci pare né rispettoso né corretto essere ancora una volta spettatori inconsapevoli di disegni superiori, dei quali niente sappiamo.
Il secondo è di tipo ambientale.
Piombino si trova all’interno di un SIN, che da anni dovrebbe essere bonificato e messo in sicurezza, ma che al di là di vuote promesse non ha mai visto interventi concreti di miglioramento. Pensare di intervenire in una zona così delicata e così compromessa, all’interno della quale il benessere della popolazione residente è già messo a dura prova da numerose e pericolose presenze di inquinanti, aree a rischio, sversamenti, discariche (non vogliamo tornare su questa questione in questo contesto, ma avremmo modo di discuterne a lungo) e varie fonti di reale minaccia per la salute della cittadinanza, e di intervenire con un impianto come questo, che anche presupponendo venga gestito con tutte le accortezze e le attenzioni del caso (ne siamo certi?) comporterebbe comunque un continuo e incessante afflusso di navi “gasiere”, che soltanto per la loro presenza provocherebbero un sensibile aumento dell’inquinamento delle acque e dell’aria, per non parlare dell’impatto paesaggistico.
Non vogliamo unirci poi al coro delle cassandre che paventano incidenti o malfunzionamenti di tale impianto, ma certamente un evento tragico ed imprevedibile non può essere immaginato come a probabilità zero.
Il terzo è di tipo economico.
Un impianto di questo tipo porta pochissimi posti di lavoro, tra i cinque ed i dieci, se ci basiamo sul rigassificatore di Livorno. Qualche posto di lavoro potrebbe essere legato all’indotto, ma anche questi non saranno mai numerosi. E parallelamente a questo, l’economia locale ne avrebbe un vantaggio o uno svantaggio? Se veramente l’impianto necessita delle due miglia di rispetto per la sicurezza, che ne sarà delle usuali attività portuali? Saranno possibili e salvaguardate? Il tubo di collegamento tra la rigassificatrice e la rete principale di distribuzione da dove passerebbe e quali aree occuperebbe? Tali aree dovranno avere anch’esse una zona di rispetto per la sicurezza? Sinceramente lo vorremmo sapere.
Non vorremmo poi pensare che l’ubicazione in area portuale del rigassificatore sia dettata dalla necessità di non disturbare la visuale alle aree turistiche limitrofe. E non vorremmo neanche pensare che il nostro territorio, fortemente compromesso e così bisognoso di interventi di bonifica e ripristino, sia invece inteso come discarica nazionale, come luogo di posizionamento per ogni genere di attività o infrastruttura impattante, inquinante e nociva.
Le domande che ci facciamo – conclude la nota – ed i dubbi che in questi giorni ci assalgono sono davvero troppi, e vorremmo che i nostri cittadini fossero messi a conoscenza di quello che si sta mettendo in atto a loro totale insaputa e senza il minimo tentativo di coinvolgimento».
Circolo Rifondazione Comunista PIombino