MICHAIL MICHAILOV, “THERE YOU ARE”: VERITÀ, ESISTENZA ED EMPATIA ALLA BIENNALE DI VENEZIA
Venezia – Lo Spazio Ravá a Venezia ha accolto ormai da qualche giorno il progetto bulgaro dell’artista Michail Michailov: There You Are. Irina Batkova, la curatrice del Padiglione della Repubblica di Bulgaria alla 59. Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia, presenta l’artista e il progetto, raccontandone l’evoluzione, gli obiettivi e le sfide.
Michail Michailov è un artista che opera attraverso diversi mezzi, tra cui performance, disegni, video, sculture e installazioni, creando zone di meditazione in cui lo spettatore può fermarsi a riflettere sugli aspetti impercettibili dell’esistenza e provare a definirli a parole. Il suo progetto, There You Are, esplora l’interno dello Spazio Ravà, interpretato nel contesto del corpo e la sua interazione con ciò che lo circonda, così che l’ambiente fisico diventi simbolico.
Seguendo la geometria delle stanze, la disposizione dei mobili montati lungo le pareti, così come i dettagli architettonici, l’artista colloca i disegni della serie Dust to Dust in oggetti tridimensionali, simili in proporzione e forma a quelli già presenti, cui presenza crea allo stesso tempo un ambiente sia minimalista che assurdo. In particolare, questa serie, iniziata dall’artista già otto anni fa, ha l’intento di tracciare i detriti dati dall’accumulo impercettibile dell’essere umano, che, simbolicamente, misurano il tempo trascorso in una vita.
Relativa è la percezione dell’osservatore, che, guardando i suoi disegni, trova spesso difficile distinguere la polvere vera da quella disegnata. La capacità di trasformare del materiale di scarto in un’opera d’arte fa riflettere sulla nostra ricerca costante di rispondere alle domande fondamentali sulla nostra esistenza.
L’essenza principale dell’esposizione dell’artista bulgaro risiede nella ciclicità della vita, nella predilezione per il movimento più che per il risultato finale, proprio come nella sua serie di video Just Keep Going On, parte della quale è presente allo Spazio Ravá.
Il progetto There You Are prevede inoltre che la finestra del padiglione sia oscurata da una struttura, Headspacing, nella quale l’osservatore può collocare la testa per ammirare l’interno della galleria. In questo modo, il corpo rimane all’esterno e separato dal capo, il posto nel quale emergono i pensieri. L’occhio, esaminando le profonde connotazioni essenziali delle cose, cade nell’inganno di trovarsi in un ambiente laboratoriale, dove l’analisi istantanea provocata dalla propria percezione difficilmente può generare un concetto inalterabile. L’installazione isola altresì il rumore e il contesto urbano caratterizzato da sfide sensoriali, affinché ci si possa focalizzare su un solo punto di vista, dove l’immagine, frutto di un lavoro di consapevolezza, sostituisce l’immagine istantanea.
All’inaugurazione del Padiglione bulgaro, non poteva mancare Iliana Iotova, Vicepresidente della Repubblica di Bulgaria, entusiasta per la decima – nonché quinta dal 1990, anno in cui è stata finalmente riconosciuta una propria identità all’arte contemporanea bulgara – partecipazione del suo Paese a una delle più antiche manifestazioni d’arte in Europa: La Biennale di Venezia.
Iotova si chiede: “È possibile, oggigiorno, immergersi nel Latte dei Sogni in un mondo così brutale e ostile? La fuga dalla realtà non rileva la nostra debolezza?”
L’eco della guerra ci ricorda che la sua presenza rimbomba dopo decenni di silenzio. Inoltre, le restrizioni e la paura imposte dalla pandemia hanno acuito ancor più i nostri sensi. L’occhio umano non è fatto per vedere in bianco e nero: il bisogno di una comunicazione spirituale, della potente energia che l’arte riflette, è quindi sempre più palpabile. È solo attraverso la magia della creatività, attraverso la luce della fantasia e nella comunicazione con gli autori, che il vuoto spirituale riacquista colore.
La Vicepresidente della Repubblica di Bulgaria confida nella speranza che, anche questa volta, l’arte ci aiuterà a ritrovare noi stessi, a superarci, e a trovare la direzione giusta. Peraltro, l’idea di tracciare i resti dell’attività umana e il legame tra menti umane unisce gli artisti. There You Are si concentra sull’altro, sull’empatia tra gli esseri umani: “Io sono gli altri e noi siamo un tutt’uno” – come Michail Michailov spesso enuncia. Dire “insieme” non basta. Si può essere insieme e comunque alienati, se non vi è empatia.
L’incubo della pandemia e della guerra russo-ucraina viene ripreso anche dalla Commissionaria del Padiglione e Direttrice della Galleria Nazionale d’arte di Sofia, Iara Boubnova, che sottolinea come la solitudine, in realtà, abbia permesso all’artista, Michail Michailov, di trarre il meglio da questa condizione, liberando il proprio spirito creativo: “Isolato nel suo studio, l’artista si è concentrato su quello che, metaforicamente parlando, può essere toccato con mano, a partire dal suo stesso corpo e dalla sua individuale esistenza temporale.”
Per concludere, Iara Boubnova enfatizza il valore simbolico che la partecipazione nazionale alla Biennale simboleggia per il panorama artistico bulgaro: è verità, apertura, modernità, la libertà dell’arte e il diritto degli artisti di creare e presentare ciò che loro in quel momento ritengono valido.
ItaliensPR