FRANCESCO CAPPELLO SUI RISCHI DEL RIGASSIFICATORE A PIOMBINO
Piombino (LI) – Abbiamo intervistato Francesco Cappello, giornalista e fisico pisano, che illustra le principali criticità dell’impianto ad altissimo impatto che sarà realizzato all’interno del porto di Piombino che si trova di fatto dentro la città. Non si tratta secondo Cappello ne di sindrome NINBY, ne di ipotetici NO GAS. A Livorno il rigassificatore si trova in mare aperto a 22 chilometri dalla riva, quello piombinese invece ormeggiato dentro un porto cittadino a 300 metri dai traghetti che partono per l’Elba.
La Golar Tundra è una nave gasiera delle dimensioni delle più grosse navi da crociera, mentre il porto di Piombino è di fatto in mezzo alle case. Senza entrare in ipotesi catastrofistiche che parlano, in caso di incidente industriale rilevante, di una potenziale esplosione pari a 50 bombe di Hiroshima, oltre agli odori tipici che si sentono nella frazione di Stagno a Livorno dove si trova un impianto dell’ENI (H2S in primis con il suo odore d’uovo marcio), il porto sarà interdetto alla navigazione durante le operazioni di carico scarico-scarico fino a 24, oltre alla dispersione di cloro in mare, mandando di fatto in crisi tutti gli altri settori lavorativi a partire dal turismo, in una città che ha oltre 30 chilometri di coste e che attende da almeno 12 anni l’avvio delle bonifiche del SIN.
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