PIOMBINO: IL GOVERNO E LA REGIONE IMPONGONO IL RIGASSIFICATORE A PIOMBINO
Piombino (LI) – Accordo trovato tra il ministero della Transizione ecologica (MITE) e la regione Toscana per l’installazione del discusso rigassificatore galleggiante nel porto di Piombino (LI). Con un percorso che sa più di ventennio del secolo scorso che di una moderna democrazia occidentale è stata indicata la meno opportuna delle collocazioni per una nave di 300 metri che nelle prospettive del governo consentirà di compensare almeno in parte le minori forniture di gas dalla Russia. L’idea è quella di farla rimanere nel porto per “soli” tre anni e non per periodi di tempo più lunghi inizialmente ipotizzati (25 anni). Ma come credere a queste affermazioni visti gli innumerevoli precedenti nel nostro paese? La decisione ha provocato le proteste da parte delle amministrazioni locali, in primis il comune di Piombino, alle quali non è stato ancora neanche consegnato il progetto di SNAM, e di alcune associazioni, preoccupate dall’impatto ambientale dell’operazione. Al termine del periodo indicato, il rigassificatore dovrebbe essere collocato altrove, forse più al largo, ma non ci sono ancora comprensibilmente molti dettagli visto che nell’arcipelago toscano i famosi 22 km di distanza dalle coste non esistono.
Il gas naturale liquefatto (GNL o LNG) occupa un volume circa 600 volte inferiore rispetto a quando si trova allo stato gassoso e di conseguenza una metaniera può trasportane quantità molto maggiori. Il trasporto avviene all’interno di grandi cisterne a una pressione poco superiore a quella atmosferica, ma a una temperatura di -162 °C. Queste navi attraversano l’intero oceano quando profengono dagli Stati Uniti con i conseguenti impatti di tipo ambientale.
Durante il processo di rigassificazione poi il GNL torna allo stato gassoso grazie a un processo di riscaldamento controllato, all’interno di un impianto che ha un volume adeguato per permettere l’espansione del gas. In seguito il gas viene immesso nella rete e distribuito nelle abitazioni, nelle aziende e utilizzato nelle centrali a gas per la produzione di energia elettrica.
L’accordo è stato preso mercoledì 13 luglio a Roma, fatto in una riunione a cui hanno partecipato vari politici locali ed esponenti del governo: il ministro del MITE, Roberto Cingolani, l’amministratore delegato di SNAM (Società nazionale metanodotti), Stefano Venier, e il presidente della regione Toscana, Eugenio Giani, nominato in precedenza commissario per il rigassificatore di Piombino. Il governo aveva mostrato in più occasioni di voler fare in fretta, in modo da avere accesso il prima possibile a una nuova fonte di gas da immettere nella rete italiana.
Il rigassificatore di Piombino, è un impianto a bordo di una grande nave dal nome Golar Tundra lunga quasi 300 metri e larga 40. A livello ambientale, senza minimamente pensare agli elevatissimi rischi industriali, la presenza della Golar Tundra implicherà che ogni giorno saranno scaricati in mare fino a 50 chilogrammi di cloro, il cui impatto sull’ambiente marino nella zona non è mai stato analizzato, come aveva spiegato un mese fa il docente di Ecologia al dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa, Alberto Castelli: «Bisogna considerare il fatto che, come sostanza, il cloro nell’acqua già sia presente in maniera naturale, resta da capire in che forma e quantità viene immesso, dato che esistono dei limiti scritti da non superare, che immediatamente farebbero capire l’invasività dell’operazione».
Altre criticità derivano dall’installazione del gasdotto lungo 8 chilometri, necessario per mettere in collegamento la nave con il primo punto di accesso alla rete di distribuzione del gas sulla terraferma. Difficile credere che una simile opera possa servire per soli tre anni. Il tubo passerà nell’area industrializzata di Piombino e dovrà essere realizzato o sottoterra, rendendo necessarie attività di bonifica e messa in sicurezza del suolo, oppure a cielo aperto con un certo impatto per le attività nell’area interessata. Altre preoccupazioni erano state espresse dai pescatori della zona, che temono danni per i loro allevamenti di pesce e cozze, tra i principali in Italia.
_________________________________
Il sindaco di Piombino Francesco Ferrari interroga il commissario Giani. “Abbiamo presentato istanza formale di accesso agli atti”
“Il presidente Giani, in occasione del Consiglio monotematico sul rigassificatore del Primo Luglio, aveva annunciato la presentazione del progetto da parte di Snam dicendo che sarebbe stato reso pubblico a breve, comprensivo di tutti gli allegati. Si tratta di un atto dovuto e necessario alla valutazione da parte del Comune e di tutti i portatori di interesse delle azioni da intraprendere: ad oggi, però, sul sito della Regione non c’è traccia di questa documentazione. È una grave mancanza di trasparenza e di coinvolgimento della città, il simbolo di una gestione della vicenda distante e sorda agli appelli di una comunità che ha diritto a tutelare e veder tutelati i propri interessi”.
“Il commissario straordinario Giani afferma di voler assicurare a Piombino tutte le garanzie necessarie affinché il rigassificatore sia un’opportunità e non un limite ma, ad oggi, la comunità non è stata messa a conoscenza dei dettagli del progetto. – ha proseguito – Sul sito della Regione Toscana sono stati pubblicati l’atto di nomina a commissario straordinario, il successivo atto a firma del commissario che costituisce l’ufficio, e una lettera che conferma, se mai ce ne fosse stata necessità, la presentazione dell’istanza da parte di Snam ma del progetto non c’è traccia”.
“È indispensabile – ha concluso Ferrari – che il Comune e i cittadini abbiamo libero accesso ai documenti forniti da Snam: per questo, abbiamo presentato istanza formale di accesso agli atti ma sorge il legittimo dubbio che il commissario Giani voglia tenere all’oscuro Piombino più a lungo possibile in modo da non dare a istituzioni e cittadini il tempo di fare un’attenta valutazione del progetto e delle conseguenze per la città”.