MASSA M.MA: RACCONTATA LA STORIA INEDITA DEL BRIGANTE EMILIO MORIANI
Massa M.ma (GR) – Con il piano di ripopolamento messo in atto da Leopoldo II di Lorena e con la bonifica del 1828 la maremma Toscana è stata interessata da diffusi fenomeni di brigantaggio. In seguito, l’unificazione dell’Italia è coincisa con momenti difficili per il territorio maremmano a causa dell’epidemia di malaria, dell’analfabetismo, povertà, delinquenza, sfruttamento dei braccianti, tutti fattori che hanno provocato un forte malcontento popolare. Quello era il periodo della Maremma amara, quello del ripopolamento di un territorio ostile, anche attraverso avanzi di galera che, accettando di vivere in questo territorio, barattavano la loro libertà. In questa situazione prese corpo il fenomeno del brigantaggio, antesignano delle successive organizzazioni mafiose.
Sono diverse le storie di briganti leggendari della Maremma ma nulla è mai stato scritto di Emilio Moriani. La sua storia inedita è stata raccontata il 5 febbraio a Massa Marittima, nella storica trattoria da Sbrana della borgata Ghirlanda, dallo scrittore e storico del territorio Franco Balloni. Dopo un pranzo a base di piatti tipici Balloni ha catalizzato l’attenzione del gruppo di scienziati e intellettuali, riuniti dal Club “La Cinghialessa”, presieduto da Carlo Soldatini e del quale Balloni rappresenta l’anima.
Prima è stata letta la poesia, creata appositamente per l’evento dallo stesso Franco Balloni e poi è stata la volta della storia inedita del brigante Emilio Moriani, risalente alla fine del.’800 primi anni del ‘900, e che ha incuriosito i presenti. Emilio Moriani, all’epoca era decisamente un problema, una fonte di disturbo per il governo di Francesco Crispi. Negli ultimi decenni dell’Ottocento, in Toscana, erano presenti bande di resistenza di braccianti e boscaioli con ideologie anarchiche e marxiste. La storia dei fratelli Moriani si intreccia con la fiorente e importante industria monopolistica dell’acido borico e con l’ideologia anarchica.
I ricchi signorotti subivano le vessazioni dei briganti che, dopo le loro malefatte, per sfuggire alla giustizia, si davano alla macchia. Le gesta dei quattro fratelli Moriani si possono definire sicuramente rocambolesche, dai contorni per certi aspetti tragici. Uno dei fratelli, Giovanni, fu ucciso nel bosco dai carabinieri, dopo aver ammazzato il direttore della società boracifera Pietro Randelli. Angelo, il secondo fratello, fu condannato all’ergastolo e introdotto nel carcere di Portolongone di Porto Azzurro. Il terzo fratello, Pietro, fu prima condannato al domicilio coatto e dopo due anni è stato rinchiuso nel manicomio di Volterra, da dove scrisse, nel 1906, una lettera per perorare la causa della sua libertà. Non servì a nulla.
La lettera fu pubblicata sul giornale socialista di Colle Val d’Elsa, “La Martinella” e, nonostante i sanitari, avessero dichiarato Pietro sano di mente, il brigante morì in manicomio nel 1920 per una broncopolmonite. La storia del quarto fratello Emilio è stata più avventurosa. Dopo numerose malefatte decise di andare in Brasile, anche su consiglio del dottor Ceccarelli che, pur di allontanare il brigante, lo accompagnò a Genova e gli acquistò il biglietto per il piroscafo. Il brigante sbagliò il giorno della partenza e dovette ripiegare su Marsiglia. A La Spezia però sentì il richiamo del suo territorio e ritornò a Monterotondo Marittimo, in provincia di Grosseto.
Continuamente braccato decise di ripartire e questa volta a Marsiglia riuscì ad arrivarci ma lì fu immediatamente arrestato. Terminò così la storia dei quattro fratelli briganti, nati a Castelnuovo Val di Cecina daTorello Moriani e Teresa Gini.
La piacevole riunione di amici de “La Cinghialessa” si è conclusa nel piccolo ma incantevole centro di Massa Marittima con il talentuoso pittore Dino Petri, specializzato nella tecnica a grafite, e che è anche la memoria storica locale.
Petri ha raccontato vicende e curiosità sul territorio, sul duomo e sulla Fonte dell’Abbondanza, con l’affresco dell’Albero della Fecondità che la rende unica nel suo genere.